La forza degli eventi
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Avevo sempre ammirato mio padre per la grande personalità che lo ha contraddistinto nella famiglia e nel lavoro, non avevo però mai considerato le sue intuizioni politiche… confesso che accorgermene è stata una vera sorpresa! Giorno dopo giorno, trovavo sempre più interessante dialogare con lui: capivo che dalle nostre conversazioni avrei potuto attingere fatti inediti di vita vissuta. Per assurdo, la malattia aveva creato un meraviglioso feeling fra noi: il suo bisogno di non estraniarsi dal mondo circostante e la sua grande voglia di parlare si coniugava perfettamente con il mio desiderio di ascoltarlo. Così, inaspettatamente, la sua loquacità divenne rivelatrice e, oserei dire, addirittura profetica.
Gabriele Talarico nasce a San Marco Argentano (Cosenza). Vicino al mondo cattolico, è da sempre impegnato a sostegno dei deboli e in attività sociali. è stato membro del Consiglio Pastorale, promotore di varie associazioni benefiche nel territorio di San Marco Argentano, quali il Movimento per la Vita, l’Associazione Fratres per la donazione del sangue e la Società Sportiva La Ginnica; consigliere FIDAS e fondatore della Fraternita di Misericordia, con l’incarico – in quest’ultima – di Governatore per circa 12 anni. Attualmente Presidente dell’ATC – Associazione Tumori Calabria – che ha fondato assieme ad alcuni medici illuminati e a un gruppo di volontari nella sua città d’origine, dove vive con la sua famiglia. Ha partecipato attivamente al dialogo politico, come esponente della Dc locale, negli anni della giovinezza, rifiutando fermamente incarichi di carattere amministrativo, forte della convinzione che la politica non sia una modalità di affermazione personale, appannaggio di poche persone che detengono il potere, bensì solo uno strumento sapiente per poter vivere meglio all’interno di una società equilibrata, giusta e solidale. Da sempre ha coltivato la passione per la narrativa, tenendo nel cassetto diversi inediti. Quarant’anni nella scuola secondaria di primo e di secondo grado lo hanno portato a conoscere i paesi dell’entroterra calabrese e le numerose famiglie contadine, da cui ha tratto ispirazione per questo romanzo.
L. Mesolella –
Bravo l’autore che ha saputo spaziare in più contesti creando quella nota di “giallo”che trascina il lettore in una trama inattesa e intricata.Un narrare avvincente che, a mio modesto parere,potrebbe diventare migliore se lo scrittore si svincolasse da una forma troppo perfetta per dare spazio ad una libertà di espressione che possa rendere la lettura più scorrevole .In poche parole una narrativa in chiave moderna.
Auguri a Gabriele Talarico perchè metta in opera il suo prossimo romanzo e abbia il meritato successo!
Dr. Davide Franceschiello Sociologo –
Quando un libro come quello di Gabriele Talarico, ” La forza degli Eventi”, ti trascina, dalla prima all’ultima pagina, nella voglia di arrivare alle conclusioni vuol dire che è un libro che deve essere letto. Una ricostruzione romanzata della storia d’Italia dalla prima Repubblica ad oggi, “pulita”, garbata e irreprensibile, sapientemente miscelata con le vicende della protagonista Lidia, giovane e bella contadina costretta ad emigrare in Canada. E’ la storia di una società ripercorsa attraverso il filo conduttore degli abusi, delle vessazioni degli oppressori sugli oppressi, dei padroni sugli schiavi, dei truffatori sulle persone oneste. Il libro spazia dalla oppressione della cultura maschilista del Meridione dei primi del Novecento all’eterno soggiogamento del capitale sulla forza lavoro, dalle prevaricazioni clientelari e della corruzione diffusa alle vessazioni delle disparità sociali, dalle nefandezze della massoneria deviata ai soprusi del consociativismo, dalla riorganizzazione della criminalità organizzata alle inadempienze dei parlamentari, “traditori del mandato del Popolo”, ma si sofferma in particolare su quel fenomeno sociale, tristemente di attualità, dell’emigrazione. Un’emigrazione, quella italiana transoceanica dei primi del Novecento, mai come oggi simile all’immigrazione degli extracomunitari. Nel libro di Talarico si individuano tanti tratti comuni ed altri distintivi in questi trasferimenti di massa, sia macro che micro relazionali. Ieri come oggi tante illusioni e speranze, discriminazione sociale e sfruttamento per i migranti, italiani o africani che siano. Un fenomeno che andrebbe affrontato con attenzione e con una programmazione seria e lungimirante, cominciando proprio con l’evitare di definirlo un problema, ma come un bisogno, così come sarebbe guardandolo con gli occhi dell’uomo marginale (così come vengono definiti i migranti da Robert Park). Elargendo processi di convivenza, più che di integrazione o, viceversa, lo dice la storia, creando le condizioni socio-economiche che consentano loro di vivere in maniera dignitosa nei loro paesi di provenienza.