Fuori dalla nebbia è una «biografia dell’anima, le cui pagine si leggono tutte d’un fiato», come recita la prefazione di Elena Gerardi e Luciano Peirone.
Giancarla Minuti Guareschi racconta a Concetta Cirigliano Perna la propria vicenda, diventando il personaggio chiave – di una vita vera, realmente vissuta – che si frappone tra le esistenze di suo marito, Giuliano Montagna, e del padre di lui, Giovannino Guareschi, celebre creatore di Don Camillo e Peppone.
La vicenda si tramuta in travaglio interiore, tristezze celate nel cuore, tra un figlio, Giuliano, non legalmente riconosciuto dal padre, e la moglie devota, Giancarla, che annota nel libro della memoria fatti e sentimenti, dalla lontana Sidney, dove si sono trasferiti.
Lontano, oltre la nebbia, la figura di Guareschi, padre mancato, ma desideroso di regalare al figlio quell’affetto che non si può negare. Lontano dai riflettori, persi nella nebbia.
Il poeta Paolo Todaro l’ha definito «un romanzo dai destini incrociati, quasi alla Calvino». La scrittrice diventa protagonista di un’introspezione che la trascina fuori dal tempo, mentre il lettore, incantato dalle memorie e dalle evocazioni, si perde come rapito, pagina dopo pagina.
Il servizio di Rai Tre su Fuori dalla nebbia.
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Da dove nasce l’esigenza di raccontare la sua vita e quella di Giuliano?
L’esigenza nasce dal bisogno che ho di verità. Sono state scritte molte cose da altri in altri tempi su queste vicende. Non potevo lasciare nascosti molti episodi ai quali ho partecipato in prima persona. Ho vissuto dalla prima infanzia la storia di Giuliano, ho lottato fino all’osso per poter far valere il suo diritto al riconoscimento della paternità di Guareschi. Ho sempre invece cercato di mettere un velo pietoso su mia madre, su mio padre e su tutte le menzogne e le ipocrisie che mio malgrado hanno permeato la mia vita. Ne sono uscita fuori, ho tracciato per me una strada diversa da quella che mi era stata preparata da una nascita indesiderata, almeno quanto quella di Giuliano, se non addirittura di più. A volte la realtà’ supera la fantasia. E’ il mio caso. Per Giuliano, il test del DNA ha chiuso il cerchio. Il mio rimaneva aperto. Scrivere della mia storia intrecciata a quella di Giuliano, ha prodotto un effetto catartico. Forse inconsciamente ho voluto mandare un messaggio di incoraggiamento: tutti possiamo liberarci di scheletri messi nei nostri armadi da altri. Il percorso può essere tortuoso, ma se davvero si persiste, si giunge al capolinea.
Questo libro parla di attese e lunghe distanze. Cos’è per lei l’attesa, e cos’è la distanza?
Tutta la mia vita è stata legata ad attese: l’attesa della zia Nadia una volta al mese, l’attesa di Giovannino Guareschi a casa dei miei nonni, dei miei incontri con lui a ogni mio rientro, del risultato del DNA di Giuliano, della giustizia. L’attesa più grande è stata l’essere creduta da chi ha sempre dubitato della paternità di Guareschi. Odio l’attesa, essendo una persona molto impaziente e quasi fulminea nelle mie decisioni, ma ho imparato a gestirla. E comunque per me l’attesa acuisce il desiderio di realizzare le mie aspettative. Anche le distanze hanno contraddistinto la mia vita. La distanza, oltre a quella fisica, è il percorso sofferto per raggiungere i miei traguardi.
In un capitolo del libro, lei parla di successi e sconfitte. Guardandosi indietro, di cosa è orgogliosa, e cosa non rifarebbe?
Sono orgogliosa di aver lottato per il riconoscimento del nome di mio marito, di aver perdonato suo padre e mia madre. Cosa non rifarei? Non rifarei quelle cose che, provocate dalla mia irruenza, sono poi risultate in errori che ho pagato. Non attenderei più troppi anni per ottenere giustizia: rifarei esattamente la stessa cosa, ma 50 anni prima, senza mantenere segreti logoranti.
Il momento più bello della sua vita?
Quando ho letto la sentenza del DNA. Tutti quei numeri che combaciavano perfettamente in una scaletta che riscattava una vita. Quella di Giuliano e un po’ anche la mia.
Le autrici
Giancarla Minuti Guareschi, originaria di Parma, si trasferisce in Australia nel 1962. Sposa Giuliano Montagna, figlio naturale dello scrittore Giovannino Guareschi. Si batte per la paternità negata di suo marito da parte di Giovannino Guareschi che sarà dichiarata solo dopo il test del DNA del 2008.
Concetta Cirigliano Perna è laureata in Scienze Politiche con specializzazione in Diritto internazionale. Vive in Australia dove è docente di Lingua e Letteratura italiana presso la Macquarie University di Sidney.
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La redazione